Note acuminate sbucciano
la superficie lunare del lago –
precari splendori scivolano
su dissolvenze di ossa e boschi
là dove i ricordi in altalena
come dita di ragno addolciscono i plettri
danzano controluce rami di quercia e bossi
e squittiscono gli elfi – in arabeschi veloci
un’orchestra essenziale intenta a raccontare i suoni e le storie di un altrove che riemerge al calare della notte…
il potere evocativo della poesia incanta…
un saluto
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grazie, Maria…davvero interessante il tuo blog, da leggere ed approfondire
un saluto
marina
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Come nei versi di Edgar Poe, anche in quelli di Marina Raccanelli un tocco ineffabilmente fatato e surreale riesce a trasformare persino l’immagine più cupa, o il presagio più funesto, in uno scintillio musicale ed armonioso, ch’emana puro incanto, ma soprattutto bellezza e sogno.
Pietro Pancamo
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Grazie, Pietro, per il tuo splendido commento: mi fai venire i brividi accostando i miei versi a quelli di Poe!
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Deliziosa
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