Ad ogni passo scendo
un gradino più in basso sull’acqua nera
e il lampione che obliqua la pozza
ad ogni soffio più brividi mischia –
tende una pelle lucida su vibrazioni
più lento è il passo sulle scale
più veloce la corsa controvento
e indicibile peso al corpo
senza voce né sguardo –
solo un’ombra la bora saetta
non sono ancora lì
ma un richiamo del sangue mi spinge
a conoscere l’alga sul gradino –
nella notte precoce, letale
la foto è di Piero Orsoni, modificata da me
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L’ultima strofa, con l’alga scivolosa, potrebbe essere ironica e drammatica: scelgo la seconda. E’ tutta così coinvolgente e bella…
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queste parole che ho scritto sono il frutto di un momento di particolare depressione e pessimismo
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