Sostenuto da sguardi e note,
il palazzo mormora
si solleva
il violino ti spinge
scivoli indetro, ti volti a cogliere
un coriandolo nella stanza nera –
sciogli la mente lungo i tasti
del pianoforte
avvicina i lembi del tempo,
scivola nell’oblio fino al luogo
dove ombre senza figura si allungano
a toccare i confini del non visto
sbatti le ali, è la sorte
dibatti ogni pensiero nell’arnia chiusa
vortica e vibra finchè puoi
nel pungente cono dell’attimo
dolce la fibra che si estende
quando non ci saremo –
tagliati fuori, chissà dove
senza riconoscerci
un altro suono
sfiorerà le stelle