Là dove il suono del violino scivola
su trasparenti scale di pianoforte
e vibrazioni tremule incrociano
laghi di notturno splendore –
ombre inquiete spostano la luna
rabbrividiscono le fronde
trasale il bosco –
e ancor più dove si tendono
in sottigliezza estrema i fili
di una malinconia selvaggia e ritrosa –
viene da lontano, scorre, mi cresce dentro
radice amara che mi attraversa –
piangono ancora i tasti, ridono le corde
pianoforte e violino precipitano
in stregonesca danza