Mi ritrovo in fratture, faglie
frane di massi, pietre in bilico
sassi che odorano
d’erbe amare
l’inquietudine tace nel cammino
scorre la vita nel respiro
vertiginoso
e navigo in questo mondo
di creature minuscole e luci
abbaglianti su valli lontane
mi sommergono cieli
senza confine
L’ha ribloggato su mioblogdeiblog.
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L’ha ribloggato su SCRITTI di PAPAGENA.
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grazie
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Scrivo sempre le stesse cose, ma è il paesaggio interiorizzato che si sente in tutta questa poesia, con tutta quella luce e quei cieli alla fine a cui si arriva direttamente dall’osservazione delle piccole cose.
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mi fa molto piacere il riscontro di un’emozione in comune con chi legge, e che, almeno in parte, sono riuscita a comunicare
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No, non è un sequel, come si dice adesso. E’ un’altra, ed è magnifica. Mi piace molto, più della prima. Grazie per questo, davvero.
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grazie, Judy…in effetti, è la seconda versione della poesia, ma siccome erano abbastanza diverse, le ho lasciate tutte e due
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