foto di Piero Orsoni
Dovremmo ancora parlare coi morti
invitarli alle nostre tavole in festa
e pensare alle culle
posate sotto l’ombra di una croce
rimescolare gioia e dolore nel canto
è una dolce fatica,
ma non vorremmo dover impastare
farina, zucchero e lacrime
e se i disastri ci ruotano intorno
se fra gli angeli imperversano droni,
dobbiamo preparare ai nostri bimbi
i dolci della tradizione:
cannella e miele, senza lacrime
La prima strofa mi piace tanto e mi ricorda i “morti” cui Ungaretti implorava di non gridare più …
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grazie, Judy…ricordare i propri defunti nel periodo delle feste credo sia abbastanza diffuso, e doveroso anche pensare a tutti quelli che non festeggiano affatto in giro per il mondo…moltissimi, purtroppo, in questo periodo
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