la presenza degli alberi
abbracciava ogni pietra, ogni nome inciso
sprofondare di sassi, ossa senza nome
stridori di motoseghe nel cimitero ebraico
e quell’uomo, in alto, che gridava scostatevi
viene giù, crolla il ramo grande
la corona alta di piante
mi metteva una frenesia di graffiare il tempo –
un lampo nel groviglio, i gesti si chiusero
sull’erica spettinata
le parole nei vasi di ruggine
poi, corsero per i tronchi discorsi antichi
rami turgidi di memorie fecero uscire
fiduciosi sussurrri dal fogliame
come se ci credessi pregavo
come fossero vivi, respiravo per loro
e per chi vive nella prigionia del corpo
assaporavo guizzi di luce nell’acqua
L’ha ribloggato su mioblogdeiblog.
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La chiusa è molto bella: grazie.
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grazie a te, Judy!
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A spasso tra le parole come il vento tra le fronde… Bello.
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grazie, Edmondo! un saluto
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Sensazioni particolari espresse, con molta originalità, in questi versi di notevole
scrittura…
Buon inizio di settimana, Marina, silvia
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Ti ringrazio, Silvia, per la tua costante attenzione, e auguro anche a te un buon inizio di settimana 🙂
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Grazie Marina, un saluto
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