Spazzerò le porte del paradiso
che i beati ci vivano tranquilli
pulirò i sedili e le stanze dei santi
non li disgusterà polvere o brutture
sì, sarò Marta con stracci e ramazza
detergerò nuvole e galassie
farò sparire fino all’ultimo atomo
di polvere dall’universo –
non mi vedranno Dio né santi
svanirò nel mio splendido nulla
L’avevo letta, sì… solo che stavolta ti sento molto lontana…forse…boh… c’è un disagio, non so… scusa per queste sciocche parole, che appiccico comunque…
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la poesia è un po’ surreale ma il fondo di verità sta nel simbolo che è Marta, la donna che lavora per mettere tutto a posto e far sentire a proprio agio chi sta intorno a lei, ma nessuno se ne accorge…
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Eh… anche io capisco molto meglio Marta di Maria, ci mancherebbe! Solo che non è che nessuno si accorga del darsi da fare di Marta: il punto è che Lui le dice che la sorella ha scelto il meglio!
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Già!
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sei bravissima
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Grazie
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Ma non ne hai abbastanza delle pulizie che hai fatto e stai facendo in questa vita? Anche in Paradiso le vuoi fare! Iscriviti piuttosto a qualche coro di beati o divertiti a dipingere i fondali di nuvole e azzurro in stile tiepolesco.
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ma dai, Papagena, non sono io che faccio le pulizie in paradiso, è Marta!
però mi fai venire un’idea, magari – se per caso la incontro – le chiedo se viene a darmi una mano qui sulla terra:-)
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