Potrei squagliare ardenti metafore
stagliarle come diamanti
o blocchi di cioccolata amara
anche perchè come potrei
squallidamente buttare lì
piccole perfide colpe
le miserie del corpo e del cuore
e non esiste
penitenza in sequenza di ave e gloria
preferisco le metafore, allora
e m’invento parole
infilzate da mutevoli raggi
Ovvio che io sbagli facendo così, ma immagino che le tue parole compaiano qui nella sequenza cronologica in cui le vedo, ossia che vengano scritte mentre le leggo. Se non è così (come probabile e come in alcune occasioni già mi hai detto) immagino almeno che tu le scelga sulla base dello stato d’animo di quando le appiccichi qui.
A questo punto mi viene da pensare, associando questa alla tua Marta che la precede, che qualcosa non stia funzionando, che tu sia giù, insomma.
Perdonami se sono tanto sciocca non solo da pensarlo ma anche da scriverlo… ma tanto so bene che io non so “fare” “letteratura”…
Un abbraccio.
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cara Judy, come tutti “sometimes i’m up, sometimes i’m down”, quindi non preoccuparti per me!
comunque, che vuoi dire scrivendo che non sia fare letteratura? forse che non si fare critica letteraria? ben pochi sanno farla, credo…
rcambio l’abbraccio
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Bella l’immagine della testata! Oltre alla poesia naturalmente.
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Grazie per l’apprezzamento! quanto alla foto, non ho nessun merito in quanto l’ho presa dal web
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Il tuo post mi ha ricordato un aneddoto che raccontava spesso mia nonna.
Lei diceva che da bambina aspettava tutto l’anno che arrivasse il Natale, perché sapeva che per quella festa le sarebbe stato regalato un cioccolatino. Allora quel minuscolo pezzo di cioccolata era un lusso inimmaginabile, che ci si poteva permettere appunto soltanto una volta l’anno. Adesso invece, diceva mia nonna, se ho voglia di un po’ di cioccolata vado al supermercato e me ne compro una stecca larga così e spessa così per un euro e spiccioli.
Mia nonna ci faceva questo paragone per farci capire che adesso ogni giorno é festa, ogni giorno é Natale, perché ora possiamo permetterci di fare tutti i giorni delle cose che soltanto pochi anni fa erano delle comodità inaccessibili. E quindi finiamo per darle per scontate, non le apprezziamo nella giusta misura e non siamo mai contenti. Sei d’accordo?
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Sono d’accordo, è proprio così, bisogna imparare a centellinare i nostri piccoli piaceri di ogni giorno, che sono sempre possibili se abbiamo la sensibilità e l’intuito di saperli cogliere soffermandoci ad assaporare un cioccolatino, ascoltare la musica del silenzio, godere con gli occhi una sfumatura di cielo al tramonto. Bisognerebbe saper conservare sempre dentro di noi il bambino che si stupisce per ogni cosa e non dà, come scrivi tu, nulla per scontato. ..
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Mi fa molto piacere che siamo sulla stessa lunghezza d’onda. Ho sviluppato un confronto più esteso tra l’Italia di mia nonna e l’Italia attuale in questo mio post: https://wwayne.wordpress.com/2014/10/22/poveri-ma-felici/. Grazie per la risposta! 🙂
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