Farò la dieta del sonno
nel silenzio che mi dilava
aspetterò
nuove sillabe e parole nuove
mi farò piccola piccola
tanto lo sono già, dentro
per spiccare un fiore d’inverno
mi brucerò di freddo le dita
e goccerà sangue sulla neve –
che importa – dentro il tacere greve
di una mente sorpassata dai giorni
sboccerà un incipit, forse
di quale libro non so
incipit
gennaio 14, 2018 di marinaraccanelli
Non so se comprendo veramente il senso… Ho pensato alle parole, io, le mie, forse le tue…le parole cui dono dita e un po’ di inchiostro di quella bic nera che ho sempre con me per prendere appunti, dovunque, in qualsiasi momento… perché sono loro a venire, a voler uscire in questo strano mondo, a sbocciare, a fiorire quando solo loro vogliono. Quando solo loro vengono.
Talvolta stintignano, diventano timide, ritrose, svaniscono, non vengono. Mi mancano.
Poi tornano. Almeno, fino ad ora sono sempre tornate, con i loro tempi, secondo la loro voglia, e io allora le ritrovo e mi faccio nuovamente loro tramite per essere qui, con me. Alcune di esse le mostro, pure!
Così torna a sbocciare qualcosa, forse un incipit, di quale libro spesso non so, ma attendo di vederlo comporsi spesso con un ritmo forsennato, ove mia unica preoccupazione è non lasciarlo fuggire. Ma appunto: ho la mia bic!
🙂
P.S.: ho messo un collegamento (non mi piacciono i barbarismi) dal mio blog al tuo … potevo?
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Le tue poetiche divagazioni sulle parole esprimono sensazioni e stati d’animo che ho provato anch’io mille volte: da dove vengono, quando e perchè? a volte si cerca di imbrigliarle, ma non va bene; bisogna rispettare i loro tempi, avere fiducia che appaiano all’improvviso, come dal niente…e sono sempre una gran consolazione!
Certo che potevi mettere il collegamento nel tuo blog, anzi ti ringrazio.
Ti saluto con una serie di parole che ho scritto qualche anno fa:
Le parole vanno e vengono
nel cuore momentaneamente assente
sui risvolti d’erba dei precipizi
nelle anse di antichi rami
ossessionate dai grilli
le parole vengono all’improvviso
quando i silenzi bruciano troppo –
sfarfallano, sforano i sigilli
nuotano nell’aria sgranata
passano oltre su ponti di nebbia
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