Rotko
Quante tragedie, quante vite
sfumate in ombra di nulla –
lentamente il tempo ronza
ed è cicala impazzita, nebbia
intorbidato vapore dove
brulicavano maree ruggenti
folle agitate e persone sole
scivolate giù, ai bordi…
quanti passaggi e trasferimenti
dalle macerie fino al niente –
lo chiamavano il secolo breve
ma tutto è iniziato molto prima –
vite oscure e vite alte
tutte dissolte in pioggia leggera…
il buio scende alla fine, sempre
non ho ricordo del giorno
né diritto alla nostalgia
scivolata dentro una finestra
estranea di tempi e luoghi
“…ma tutto p iniziato molto prima…”
Hai perfettamente ragione
Grazie anche per scelta di un quarto di Rotko, uno dei miei artisti preferiti (!)
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Grazie a te, sento anch’io molto forte la suggestione di Rotko
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Ho un brutto carattere e lo conosco.
A volte leggerti mi infonde rabbia e tristezza, che in termini più complessivi e chiari si chiama invidia.
Vorrei poter scrivere come te, invece di rigirarmi sempre nelle mie menate circolari e sciocche.
Questa è bellissima, comunque…
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ti ringrazio per l’aggettivo “bellissima” rivolto a questa mia poesia, ma non vedo perchè dovresti essere invidiosa di me; ognuno ha i suoi “talenti”, pochi o tanti che siano, piccoli o grandi…ad esempio, tu conosci l’inglese e lo padroneggi al punto di scrivere poesie in questa lingua, io invece sono una tale zuccona che ho tentato varie volte di impararlo almeno un po’, e non ci sono mai riuscita…capisco qualcosa, se leggo, ma se uno mi parla in inglese non capisco niente, se provo a parlare, poi, pronuncio tutto nel modo sbagliato!
ciao
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Trovo che il dipinto di Rokto si abbini benissimo al tuo testo poetico. Ci trovo quelle vite ” sfumate in ombra di nulla ”. ” Quell’intorpidato vapore…” Una poesia dove si avverte un progredire , uno scendere sempre più nel baratro della solitudine. Vite in definitiva rimaste ai margini, isolate dal mondo circostante chiuse in se stesse . Molto molto bella. Un grande abbraccio cara Marina. Isabella
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Grazie a te, cara Isabella! ho scelto il dipinto di Rotko in maniera molto istintiva, il nero del non-ricordo schiaccia l’azzurro che, anche nelle vite più tristi e misere, magari per qualche momento o forse di più, comunque c’è stato…volevo riferirmi sia a tragedie singole che collettive,che purtroppo non sono mancate il secolo scorso e continuano tuttora
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Purtroppo cara Marina hai ragione. Comunque sempre molto particolare il tuo poetare. Complimenti. Isabella
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