Le ore stanno acquattate
e mi guardano dall’orologio:
non c’è niente di male nell’attendere
il fruscio calmo della sera
tranquille avanzano le ombre
sulla frontiera del davanzale
scansano la mia ansia
caute scivolano sotto la massa
dei miei pensieri buttati via
ecco, i minuti mi stanno davanti
e il silenzio del cielo si espande
nel crepuscolo cinerino
Solo la mia pigrizia (sono molto stanca da mesi) mi ha impedito di godere di queste tue belle parole, incentrate su un tema ossessivo, che mi è caro… Grazie Marina
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Ciao Judy, devo dire che mi sento molto spesso stanca anch’io in questo brutto periodo in cui stiamo vivendo, sono comunque felice di risentirti e ti ringrazio delle tue belle parole. Devo dire che in me avanza già da un bel po’ una pigrizia progressiva, sicuramente frutto anche dell’età, per cui non ho più la capacità e la determinazione di leggere in inglese cercando di tradurre direttamente con i miei scarsi mezzi ( non ho mai studiato sistematicamente la lingua, però una volta traducevo con l’aiuto del vocabolario); in questo modo, non riesco ad apprezzare i tuoi testi, che pure mi intrigano per un loro alone di mistero.
Dunque, scusami, ma mi accontento della traduzione, quando c’è, e se non c’è, a volte tralascio di leggere
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Molta atmosfera “le ore stanno acquattate e mi guardano dall’orologio”, “il fruscio calmo della sera”. Riesce ad avere una notevole unità.
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Grazie per esserti soffermata, Papagena; è sempre interessante scoprire quali immagini o caratteristiche delle proprie poesie colpiscano principalmente chi le legge. Una volta puntavo quasi esclusivamente sulle singole immagini, ma da qualche tempo ho capito l’importanza di una coerenza unitaria.
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Se non fosse per l’alternarsi del giorno e della notte, delle stagioni, del nascere crescere invecchiare morire, del deteriorarsi delle cose, delle costellazioni delle stelle fisse che lente hanno altri aspetti, il tempo che cos’è? Il suo gemello lo spazio è ai nostri occhi visibile, percorribile come ci aggrada ma il tempo, il tempo dov’è? Una volta esterno e universalmente uguale ora compenetrato e intrinsecamente dipendente ma sempre non visibile di per sé stesso. Un volto suo lo avrà? Come le ore, sue figlie, che hanno il volto del giorno che percorrono ma esse stesse sono nascoste…
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la mitologia ha voluto rappresentare il tempo sotto le sembianze di Cronos, il dio primordiale che divora i suoi figli…il signore della Bibbia, il cui nome non deve essere pronunciato, vede e sa tutto, nel tempo e nello spazio, Lui “é” da sempre e per l’eternità, e perciò non esiste per lui passato e futuro…invece, nel nostro universo scientificamente osservato, o meglio secondo le leggi fisiche tradizionali, la freccia del tempo va in un unico senso, verso il futuro…ma il tempo non è che una variabile nei diversi algoritmi, non si vede di per sè
infine, per noi esseri umani , il tempo può avere la consistenza del piombo e ci può soffocare come un gas velenoso, oppure può sparire in un attimo, ad esempio se ci guardiamo indietro e ci accorgiamo di quanta parte della nostra vita abbiamo sprecato
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Che bello! invisibile ma dalle mille sfaccettature; un tema affascinante e inesauribile…
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Inesauribile, infatti…
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