Consiglio vivamente la lettura integrale del post originale, scritto da Papagena, e, se lo fate, mettete direttamente i like o gli eventuali commenti su “scritti di Papagena”. Grazie mille!
Uno squarcio di mare fra pendii boscosi, un paese di pietra con viuzze scoscese; si apre a poco a poco un microcosmo umano in una piccola e varia folla di personaggi in ansiosa attesa: della pace? del disastro imminente? Un inizio in apparenza lento riesce a rendere quell’atmosfera sospesa, i bisbigli di chi deve nascondersi e aspetta la resa dei conti, le illusioni di chi spera in un cambiamento rivoluzionario, la calma mantenuta nelle famiglie nonostante la paura. Lo sguardo a sprazzi si allarga alle città, Padova e Trieste, ai militari disorientati che aspettano chiarezza – dal pensoso e composto generale che riflette su una guerra sbagliata ai soldati che vogliono d’istinto tornare a casa per nascondersi e a loro volta proteggere le famiglie e non sanno nemmeno a chi sarebbe giusto rimanere fedeli, al re o al duce. Ai fascisti convinti o tiepidi che temono per le loro famiglie…
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