Ma oggi sono stata graziata, mi ha sputato fuori l’ingranaggio nero. Grazie, Signore mio, per oggi.
La luce finisce dietro il larici magri, il verde rigoglio meridiano inclina al grigio, nell’ora che pende e sfuma, striscia il bianco pennello in battaglia di nuvole e rami. Fra poco tutto, la pace del nero succhia.
Poi mi dico: a che serve? Arrotolare strette le bianche tue stringhe aghi toccare, aghi color del miele, che stanno sotto i grossi tronchi sparsi, e pettinare capelli fitti. So che non vuoi.
Che fanno tavole di legno chiaro, occhi da civetta, e le onde bruciate sul mobile in striature accanto al letto della bambina. Imperscrutato muso porcino sull’anta, enigma da niente.
Oscuramente qualcuno sussurrava, a bagnarmi il fondo storto dell’anima.
E adesso di parole m’ingozzo, il vero falso mi prende e stanca.
Cambierò forse, ad un altro risveglio.
Archive for the ‘prosa poetica’ Category
Posted in foto, prosa poetica on settembre 22, 2008| 3 Comments »