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Posts Tagged ‘giorno’

all’improvviso il tempo

                                                  Laurence Winram

All’improvviso il tempo
non fu più tempo
le circostanze furono sufficienti
a colmare le ore
fu tagliata la linea di continuità
abolita ogni forma d’attesa
e con fluidi balzi
e un lievissimo ronzio
fu pieno il giorno

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quarantena

Winram

Viviamo appesi a milioni di dati
i nostri sogni sono numeri e spartiti
passiamo il giorno a disinfettarci le mani
i volti dei nostri cari sono ridotti a quadratini

noi, cancellati da maschere bianche
il mondo com’era prima, un ricordo lontano
passiamo ore e giorni dentro scatole chiuse
fuori, piazze e strade sono spazzate
da irrespirabili venti – soli nel pianeta
perso in distanze siderali

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il buio non ha nome

Edvard Munch

L’alba è un pozzo di nulla –
avvinghiati per non precipitare
inutilmente proviamo a fermare
il giorno che viene

le solite insofferenze, varianti insensate
stupide ore – scorie rimescolate affiorano
trasportate sul filo di correnti
precipitose – il tempo
è una schiuma che non perdona

e quando cala la sera e rimango sola
sprofondo al centro di me stessa
nel silenzio mi perdo, il buio non ha nome

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Brooke Shaden

Era un giorno di vento teso
mulinelli e cartacce da schivare
un giorno da procedere obliqui
invidiando lo slancio ai gabbiani –
padroni del vento e frecce
sommersi in un giubilo di raffiche

era un giorno di vento sferzante
l’aria sbucciava la crosta al mondo
svelava stringhe del passato, a caso
sapori e suoni in smarrimento

ora che il vento ci spinge
verso incroci sbagliati
sentieri senza biforcazioni
più forte dei gabbiani è la memoria:
una tenerezza antica, i grilli nella notte
il mare d’estate, profumo di abeti
voci amate che il passato
ci sospinge nel vento

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ancora un giorno

L.Winram

Ancora un giorno, ancora
un altro pomeriggio:
le tre e tre quarti, anzi quasi le quattro
solo un lieve ronzio
ed il tempo avanza senza cedere
agli intoppi d’abisso
ecco
sono le cinque, anzi
quasi le sei
sto guadagnando un giorno
ho perso ciò che non so
sedimentato nello stagno
vuoto
che non conosco, infisso
dentro di me, nel profondo

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non desidero altro che la sera

Non desidero altro che la sera
la sera e la frescura
dopo il giorno urgente e sfasato
la sera ed intonaci
non più assolati – per ultimo
risplende un quadrato giallo –
ma le finestre tacciono
ogni tegola è chiusa
nel suo silenzio, le mura
del condominio si saldano
in angoli definitivi –
dentro, le pareti si perdono un po’
frasi intere si cancellano
nelle pagine del mio quaderno

però la sera mi consola
amica del mio lento disfarmi…
fossi un gatto, giocherei con il filo
della mia vita che si sgomitola
sempre e ancora lo inseguo

 

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IL GIORNO DEL RICORDO

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“La verità, diceva Gramsci, è sempre rivoluzionaria; tenerla nascosta non è solo un inganno e una truffa, ma un inquinamento che avvelena e tarpa la vita di tutti, anche di chi la reprime e prima o dopo ne paga il fio. La verità può essere soffocata in tanti modi: tacendola, alterandola, isolandola dalla vita e dalla storia in cui s’inserisce. Un altro modo di stravolgere la verità, di profanarla, è strumentalizzarla, usarla per fini che non hanno niente a che vedere con essa.”

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reti

campigotto

Luca Campigotto

Questo è il regno di mezzo
non è giorno né notte
vita né morte
non è sonno e neppure
mente lucidamente sveglia

in questo mondo di mezzo i morti
dicono ai vivi ma non parole
non sono essenziali i verbi
né l’affetto degli aggettivi –
i morti lanciano reti ai vivi
e ciò che conta è il flusso perenne
purificato dai falsi segnali

importa solo che i vivi
se pure sbiaditi da luce scarsa
tengano aperti i vasi nascosti
recettori a captare i segni
del prima e del dopo –
l’attimo scorre, sempre

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Arancia vuota

magritte 3

Questo giorno è una mela vuota
appendino buttato lì
coppa colma che si allontana
affondare del corpo inerte
fuggono i fili
la mente si sfalda

questa vita è un’arancia vuota
un battente incastrato, con tarli
figurina che mi fa ciao
e sparisce
l’infanzia mia

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il sogno

portrait-of-adele-bloch-bauer-i-1907

E non sai che il sogno è una porta
per sorprendere un mondo altro
sfiorare un pozzo attingere il bordo
di capitomboli luminosi
rotoli e schizzi
d’irreale sabbia e oro puro

non puoi circoscriverlo di parole
la ragione non regge
un dubbio ti prende
sull’illusoria evidenza del giorno

e ti senti sul punto
di scoprire l’arcano in punta di piedi
sotto le ciglia resta
un ventaglio di polvere d’oro

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