Ora che il cielo è vuoto e la tua mente –
una tabula rasa – conta le ore
del quotidiano degrado
più non esiste l’imbrunire, neppure
la memoria: troppo scomodo rivangare
chiedersi
il fatto e il non fatto
interrogare la fretta e la paura –
tue compagne di sempre
se ti sommerge il grigio, comprendi
l’increspatura bugiarda
che copre il tutto e il quasi niente
ti circondano verità sconfessate
domande mai poste…
dovresti inseguire i fantasmi, ormai
ma preferisci
un leggerissimo malessere morbido
un quasi sfarsi
lontanando di ora in ora
la tua anima da se stessa
ti sgomenta la splendida luna
a cavallo di nubi in corsa
troppo crudele, allucinata