il mare, dall’alto
trema d’ombre e di squame
si slarga in luminosa curvatura
con vive pieghe di velluto grigio
metallizzato
alla mia destra, acacie e sterpi –
invisibili, oscure risonanze
sprofondate nel Carso
innominate memorie
sotto il passo dell’istrice
dietro, Trieste arrampicata
evapora controvento