Abitare l’assenza
dove la terra è pietra
prosciugata da rivoli carsici:
sopra, scatta la salamandra
dentro, un groviglio di cunicoli –
abbrancate da filo spinato
si accatastano ossa e ombre
e fantasmi del tempo trasvolano da ogni dove
questo incrocio di pianure lontane
calamita e respingimento
di genti rimescolate –
nei quattro angoli della mia anima
questa assenza è un soffio
di fantasmi sfilati
il vento, una livella che spiana
il mio corpo è un vorticare di molecole –
intorno, vedo soltanto
pollini librati su precipizi,
su cascate di minuscoli rimbalzi
e immani trasmigrazioni