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Posts Tagged ‘note’

Il silenzio

Mi ha sommerso il silenzio

è venuto dopo i pensieri
non detti, le invisibili note:
il suono è sprofondato nel cuore
colato in un buco nero

e non ho più voce:
di tutto il canto che volevo
è rimasta un’armonia sottintesa
vive in un mondo parallelo
di cascate, echi e nebbie

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Se la mia vita fosse uno zampillo
d’acqua chiara con gorghi di note
e facile scrivessi, come mano
che sfiora i tasti, pizzica le corde
evoca melodie, rilancia accordi –
niente è fermo, tutto è sempre nuovo –
se la mia vita fosse una follia
di quadri e canto, segni e gesti –
una fra tanti, una nel fluire
di ogni cosa nel tempo – esisterei

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mutevole rapsodia

Non esiste altro luogo dove andare
ora è il tempo della melodia
non più indugi, attese e sconforto
una pioggia di note crivella
corpo e mente in un mare di suoni…
ti travolge il ragtime – onda anomala

non esiste altro luogo dove andare
ma soltanto il presente che scivola
e il sassofono scioglie e sprofonda
con mutevole rapsodia

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Lawrence Winram

Il silenzio scorreva tra lievi
sfarfallamenti del tempo:
ad ogni stanza, perdevo un abito
una gonna, una giacca, una memoria –
dai vetri accostati delle finestre
penetrava una polvere di note –
nebuloso emerse un ricordo

mi riavvolse il silenzio come feltro
nella stanza del nulla denso
persi un cappotto, memorie e parole –
nell’altra stanza, precipitavano numeri
frasi e versi, diagrammi a colori

e il silenzio scorreva sempre
verso la danza dei vortici neri

nell’ultima stanza, la mia anima nuda
fu accarezzata da un notturno
distillato con preziosa lentezza –
note e silenzio si fusero
nella vibrazione
sparente

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Viktor Hartmann

 

Fossi petalo sparso o seme
e mi beccasse un merlo a primavera
rosa su verde, capriccio
fantasia musicale che si perde,
martellante saltello di note, rivolo
dentro una passeggiata di Mussorgsky –
è finita la danza degli gnomi
si dilata un incedere solenne
in processione di gioia e oro puro –
fossi rosa sfogliata o briciola
nella piena di un fiume, fossi accordo
dentro la processione sacra che avanza
verso la porta grande di Kiev

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ballata

foglie

Ombre di foglie scosse, rami al vento
che la luna denuda…
non dimentico i vortici di note –
noi sostavamo ai bordi
e scorrevano limpidi zampilli

un’antica ballata sempre nuova
svolgeva nastri di malinconia
sul profilo tagliente del destino

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Philippe Parreno

Philippe Parreno “My Room is a Fish Bowl”

La mia stanza è una casa di pesci
galleggianti a lenti intervalli
nelle note del
pianoforte

sfrecciano scafi dietro i vetri –
sazi di bianchi spazi noi
dalle grandi finestre
vediamo acqua e nuvole
navi e cupole in transizione –
separati dal mondo, noi

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sferico intreccio di pesci

Barracuda-a-palla

E scendono i talloni risucchiati
in trasparenza d’onda fredda
io li vedo sparire nella sabbia
sbilanciata all’indietro
ancora indietro
mi colorano l’anima note
inaspettate, una sequenza strana
limpidamente pullula, spinge
me verso non so dove – quasi vorticante
sferico intreccio di minuscoli pesci

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là dove i pomeriggi

Francesca-Bonfatti_Mists-V

immagine di Francesca Bonfatti

Là dove i pomeriggi s’incontrano
con malinconie fumiganti dal passato –
scorrono inflorescenze d’alga sui canali
il vento teso ha capovolto le vele –
la mano di un bambino è sufficiente
a sospingere note in altalena
oltre i secoli vorticanti

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Catturato lo sguardo a tende appese –
acquarelli, luci a rovescio
seggiole pietrificate

fingeva se stessa la vita, fuori:
maniche vertiginose di bianco vento
un camino aspirava muri
il cielo, un azzurro taglio, stretto

nella stanza con due pareti, il niente dietro
montagnole di note in crollo su note
strati e curve di accordi, conchiglie di suoni
purificati in declinazioni diverse –
Brahms in jazz, la marcia di Liszt
un perfetto Skrijabin

l’uomo con barba estraeva dai tasti
diagrammi ad albero, trasparenze di note
brillanti chiodi ramificati
con svariare di ritmi –
ora, svuota di sabbia i flauti
entra nelle sinapsi con freschi timbri
cola i vuoti con lente meduse
assorte fino a sparire

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