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Posts Tagged ‘parole’

Quando presi per mano le parole
era un’alternativa al nulla –
dieci giorni di pioggia e la carta stampata
svaniva in un punto zero

pensai: posso danzare un girotondo
ma solo con le “mie” parole –
gocce oblique tagliavano i vetri
dentro e fuori fluttuava una nebbia
pantano oscuro di suoni e voci

bombe al fosforo, insulti e urla
grasso che cola e la fame più nera

c’era un buco nell’universo
e così io presi per mano
parole a caso, sassi affiorati
da graffiare sul cartongesso

parole scritte a matita
proiettate su questo schermo

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Nel tranquillo silenzio della sera
ho letto versi
infilati su fogli bianchi
come calle in un vaso di lattimo

erano parole di vetro
intimamente sprofondate –
tra cerchi d’ombra e riflessi vaghi –
fino al centro dell’anima

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risveglio

Parole senza importanza
vagano in una grigio-rosa
nebbia di semi-incoscienza –
si comporranno in pensieri, forse
di quasi-speranza

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la morte del poeta

Vivo in un purgatorio
di pozzanghere e pietre lucenti
l’aria, è nebbia e vapore
l’acqua torbidamente scivola

dentro mura sbarrate, anime spente
invisibili corpi attendono

in questo limbo di piogge ostinate
fluttua il canale intorno ai pali
e le barche legate sbattono
in dondolante inquietudine

Aldo Vianello è morto
le sue parole accecanti sono disseminate
sulle pietre, dietro le fondamenta
della Misericordia, sotto portici oscuri
dentro i bistrot falliti, sui fogli
fittamente graffiati dalla penna

Aldo Vianello, poeta veneziano, che ho avuto l’onore di conoscere, è mancato qualche giorno fa

https://it.wikipedia.org/wiki/Aldo_Vianello

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Foto di Luca Campigotto

La notte, una finestra chiusa
gli angoli delle stanze piegati
in silenzio imperfetto –
rotoli di parole davanti
e dietro a me: l’elenco spese
un lucernario a chiarire
cose non fatte, e ciò che avrei potuto
e tende appese come vergini kore
colonne urgenti a contemplare
peccati, errori ed omissioni

poi, montagne di vuoti a perdere
una lavagna di post-it come insetti
il chiodo nella mia mente, e fuori
un mondo intero, ma non più
reale

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corpo lontano e solo

Laurence Winram

Non so come andrà a finire
in questo mondo di scompensi
le parole non sono più chiave
ostinata le cerco
troppe e insignificanti
o svanite in un pozzo
di nulla

meglio sarebbe nascere pittore
e mischiare i colori con gusto
illuminare gli occhi di chi guarda

meglio sarebbe diventare cuoca
nutrire con cibo nuovo chi ami

le parole servono soltanto a me
le perdo e sono
vestito sfilato gettato al suolo
corpo lontano e solo
vagante fra ombre
perse

se trovo un filo di parole torno
corpo vivo, bordato di perle

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Cristian Schloe

Nella mente si incollano i pensieri
in questa lunga estate ferma
sempre al punto d’inizio –
non vedo papaveri in fiore
sui bordi dei fossi
sabbia né strade
e il sole non nasce né tramonta
nella salsedine, in mezzo a brividi

sfarfallano parole incongrue
nei libri e sullo schermo –
rimango tra le pareti e mi aggiro
cammino su pietre, talvolta
ma sempre le stesse

e così mi si incollano i pensieri
dentro la spugna inerte del cuore
dalla mia mente non sfrecciano
parole vere

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le parole ad una ad una

                            Omar Galliani

Le parole mi gocciavano nella mente
ad una ad una
nell’alba nebulosa e pigra
scorrevano senza lasciare traccia
luminosa necessità del corpo steso
le parole avevano un senso
erano un corsivo al neon
nel buio semispento
pompa d’acqua abbandonata
abbeverante con dolcezza l’erba
fino ad esaurimento
in cadenza scorrevano le parole
non chiedevano d’essere ricordate

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parole come piume

Anni ormai che mi aggiro
tra corridoi virtuali
figure evanescenti
i miei passi reali sono un labirinto
ho spento le amicizie ad una ad una
e mi scottano i veri incontri
io sono una voce che nella vita
non sa dire di no
ma dal buio di me fino alla carta
escono parole a volte
che svelano senza sapere
parole dure come una lama
leggere come piume

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KONICA MINOLTA DIGITAL CAMERA

Vengo da un mondo scomparso
navigo a vista
tra ostacoli mobili e scogli
figure mi vengono incontro
di densità ignota
mi scalfiscono, a volte le schivo
vengo da un mondo ignoto
inghiottito dal tempo, per questo
io non ho guscio, non mi difendo
che facendomi poco a poco
trasparente fra trame, invisibile quasi
dentro un fluido alieno

per non perdermi, fisso puntine
di parole nei punti
cardinali del mio sentire
me stessa, fra flussi
di pollini inconsistenti

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