Occhi adunchi bucano facce
appiattite sul muro –
col tempo, le riassorbe un fumo
e rimangono mani
che trasvolano suoni
in rotta di collisione con mondi alieni:
un cavaliere blu s’inerpica
su cumuli di cristalli aguzzi
il castello traslucido rovina
nel suo doppio di luna liquida
e le dita offrono semi
di dubbio inquietante ai pollini –
pianure rabbrividite
nel mattino incrociano steli
teorie d’insetti con flauti pallidi –
nuvola d’ombra è un coro muto
dalla pozza di fango all’orizzonte