In questa mia casa di carne
respiro suoni che mi stordiscono
chiusi nell’eco di risacche aliene –
lo scirocco mi attorciglia
piuma o scopa d’altrui presenza mi sperde
grani di sabbia sotto i piedi mi spossano
mi picchia il sole sui murazzi di un ferragosto
più selvaggio di un rovo carnivoro –
festa cenciosa fra insetti e pattumi
biciclette e cani stremati
e vado scansando naufragi
schegge e fiori stecchiti –
un emiciclo di giovani corpi mi circonda
indifferenti ma non al sole