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Posts Tagged ‘vento’

sul balcone

E così, alla fine,
me ne sto anch’io sul balcone
a guardare il verde che sale
con larghe foglie dirompenti
respiro l’aria e il verde salvia
le rose rabbrividite su altissimi steli
boccioli densi vicini a petali sfatti
rovesciati quasi – sì, sto sul balcone
aspiro il vento e sento l’eco
d’invisibili mondi

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Era un giorno di vento teso

anche oggi è un giorno di vento teso….

quindi, ripropongo parte di una mia poesia 

scritta lo scorso inverno

Era un giorno di vento teso
mulinelli e cartacce da schivare
un giorno da procedere obliqui
invidiando lo slancio ai gabbiani –
padroni del vento e frecce
sommersi in un giubilo di raffiche

era un giorno di vento sferzante
l’aria sbucciava la crosta al mondo
svelava stringhe del passato, a caso
odori e suoni in smarrimento

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tela screziata di ragno

A volte
io mi vedo così, in sgretolata
fulminazione di specchio –
nel bosco, ululati lontani
tizzoni vaganti, stanze di fuoco e sangue
il vento è un mantello nero, divora
ogni cosa vivente – o notte
di ghiaccio smaltato
una lama di luce affonda il volto
del nulla che sono, io
tela screziata di ragno
dietro lo specchio

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Brooke Shaden

Era un giorno di vento teso
mulinelli e cartacce da schivare
un giorno da procedere obliqui
invidiando lo slancio ai gabbiani –
padroni del vento e frecce
sommersi in un giubilo di raffiche

era un giorno di vento sferzante
l’aria sbucciava la crosta al mondo
svelava stringhe del passato, a caso
sapori e suoni in smarrimento

ora che il vento ci spinge
verso incroci sbagliati
sentieri senza biforcazioni
più forte dei gabbiani è la memoria:
una tenerezza antica, i grilli nella notte
il mare d’estate, profumo di abeti
voci amate che il passato
ci sospinge nel vento

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ballata

foglie

Ombre di foglie scosse, rami al vento
che la luna denuda…
non dimentico i vortici di note –
noi sostavamo ai bordi
e scorrevano limpidi zampilli

un’antica ballata sempre nuova
svolgeva nastri di malinconia
sul profilo tagliente del destino

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Tre Cime

tre cime

Cielo e terra si fusero, alti
lontani e dentro gli occhi –
la luce spaccava le pietre

giganti di materico splendore
emersero dai frantumi di secoli –
il vento sperdeva i pensieri
bruciati nel blu
livellava a onde monti remoti
accarezzava i piccoli fiori
nel deserto di sassi

poi
file di formiche umane
si mossero sui sentieri
avvolti nei cieli di cristallo

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rose

Si sono sfogliate le rose
dondolando a mazzi sui lunghissimi steli
un prato di petali ed erba seduce il vento
nere e lucenti nubi ruotano in cerchio

prima di sfogliarmi nel sonno
penso e vedo chi amo
dormono i figli nei loro letti
il bimbo rovesciato nel lettone
madre e padre risalgono il tempo
per seminare i miei sogni
di urgenze inquiete, luci sfatte

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Immagine
Non so come, dal niente ho estratto parole
e tracciato a matita uno schizzo
di neuroni dispersi, come
col pennarello semina un bambino
lunghe foglie sul foglio
soli rotanti e fiori

non so come ho pigiato sui tasti
collegando frantumi di ricordi
in catene di suoni e colori

oggi è soltanto tosse
e risucchi del cuore in duri strappi –
niente appigli sul bianco della pagina
qui, ronza la ventola del computer
fuori incespica il vento

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David Bowie

David Bowie

Ricordati da dove sei venuto e dove andrai
uomo o donna, dalla polvere alla polvere

attraversando questi giardini d’aria
in rotazione di pollini e fiori
ricordati la benda e l’ago
lascia
che la musica ti attraversi
spalancherà come un vento
i tendaggi dell’odio
camminerai sui sassi roventi
e proverai compassione

pensa alle ceneri ma non scordare
le meraviglie del giardino sospeso
risplendente di margherite
con il cuore color arancio

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sto arrivando

pioggia 2

Sto arrivando
fra vetri nebulosi
disegnati da lacrime fredde
sto arrivando tra cumuli di pioggia
parallela ad un treno
sto seduta, la gente mi circonda
ai due lati le acque di laguna
nebbia e fango alle spalle
un colore di piombo
agitato
un vapore che oscura la vista
fra due ali sfrecciando
dentro il numero sette
capolinea, una corsa nel vento

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