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Posts Tagged ‘violino’

Un oceano di sonno senza violini:
mi piacerebbe scivolarvi dentro. ..

torrenti di suoni si gettano
nell’alveo di danze vibranti –
se il pianoforte racconta una storia
un violoncello sotterraneo tocca
sabbie profonde nell’anima –
il violino si slancia d’imperio
l’intreccio avvolge ogni cosa
in elegie senza riparo…
i nervi scoperti sono un grido silenzioso
ecco infine l’oceano senza nome
mosso appena da imperturbabili suoni
è l’oceano di sonno senza violini
ti sommerge con un tremito viola

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Man Ray

Man Ray

Basta che io non veda, e mi consolo –
mi fluisce la musica barocca
marmellata e velluto nella mente

ecco, allora non penso e non divago
tra colpevoli assilli e dubbi atroci –
basta che senta il suono del violino
lo accompagna un sassofono suadente

la sigillata grazia del suono
controlla panico e fughe:
guardo incresparsi, viva, la laguna
ed il vento frizzante con gabbiani

ora il male del mondo intero
e gli strazi privati sono in pausa

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luna (1)

Là dove il suono del violino scivola

su trasparenti scale di pianoforte

e vibrazioni tremule incrociano

laghi di notturno splendore –

ombre inquiete spostano la luna

rabbrividiscono le fronde

trasale il bosco –

e ancor più dove si tendono

in sottigliezza estrema i fili

di una malinconia selvaggia e ritrosa –

viene da lontano, scorre, mi cresce dentro

radice amara che mi attraversa –

piangono ancora i tasti, ridono le corde

pianoforte e violino precipitano

in stregonesca danza

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La stanza nera

light-in-darkness

Sostenuto da sguardi e note,

il palazzo mormora

si solleva

 

il violino ti spinge

scivoli indetro, ti volti a cogliere

un coriandolo nella stanza nera –

sciogli la mente lungo i tasti

del pianoforte

avvicina i lembi del tempo,

scivola nell’oblio fino al luogo

dove ombre senza figura si allungano

a toccare i confini del non visto

 

sbatti le ali, è la sorte

dibatti ogni pensiero nell’arnia chiusa

vortica e vibra finchè puoi

nel pungente cono dell’attimo

 

dolce la fibra che si estende

quando non ci saremo –

tagliati fuori, chissà dove

senza riconoscerci

 

un altro suono

sfiorerà le stelle

 

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