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non scrivo più

Non scrivo più –
un foglio bianco al centro
della mia mente
sotto, non trovo più parole

per abitudine e vecchio vizio parlo
ma sempre meno –
un fastidio sottile è nell’ascolto
di vecchie voci, racconti logori

il mio tempo è trascorso come piuma
il passato mi schiaccia come pietre

fuori, la vita crudele, furiosa
fuori è la vita tenera, che spunta –
ma dentro me io sento
un bianco nulla
e mi attira insensato –
come un sonno avvolgente
lo desidero e aspetto

 

Gioielli rubati

Omar Galliani

https://almerighi.wordpress.com/2023/01/22/gioielli-rubati-232-anna-maria-spalloni-marina-raccanelli-roberto-dellolio-enrico-toso-gary-j-steele-ivanna-pedretti-laura-segantini-fleurose/

Auguri con Lucio

Nel tranquillo silenzio della sera
ho letto versi
infilati su fogli bianchi
come calle in un vaso di lattimo

erano parole di vetro
intimamente sprofondate –
tra cerchi d’ombra e riflessi vaghi –
fino al centro dell’anima

risveglio

Parole senza importanza
vagano in una grigio-rosa
nebbia di semi-incoscienza –
si comporranno in pensieri, forse
di quasi-speranza

LucaniArt Magazine

Alfa ed omega

Non canto più – capitolo chiuso.

Fine delle emozioni a onda
e dei cuori all’unisono –
la mia clessidra è capovolta
non più
arcobaleno di sabbia
ma nebbia e cenere

troppo a lungo
è stato uniforme il tempo
e lo spazio stretto –
il mondo, roso dal virus,
ora esplode

non canto più: ora è tempo
della voce intima: scorre e vive
dietro il suono
dentro le parole non dette
nella caverna dell’anima –
alfa ed omega di un suono eterno:
siamo usciti e ritorneremo
nella sua liquida sfera

Marina Raccanelli

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cenere

Anselm Kiefer

La morte è scesa al nostro fianco
ci accompagna nei giorni strani
pieni di nebbia, d’ impercettibili strappi
di attese, di stravolgimenti –
la morte è negli occhi delle incidentate
delle donne sventrate, degli uomini stanchi –
è fumo e cenere di una guerra che sfuma
in droga di assuefazione –
la morte è cenere della nostra guerra
per esistere, quotidiana

LIMINA MUNDI

omaggio a un poeta, Giorgione, 1505

Una vita in scrittura

L’invito è stato rivolto da me a Marina Raccanelli che l’ha interpretato come segue.

Grazie infinite a Marina e grazie a chi si è fermato a leggere.

Per la maggior parte della mia vita, la letteratura è stata romanzi da leggere e poesie da assaporare (o con cui annoiarsi, a seconda dei casi), con qualche vago tentativo di emulazione adolescenziale per quanto riguarda i versi.
Più tardi, quando la vita mi ha presentato il conto e mi sono scontrata con situazioni per me difficili o impossibili da superare, o perlomeno accettare, ho incontrato per mia fortuna lo sfogo della scrittura. Ed ho riempito diari su diari, quadernetti squinternati fitti di parole torrenziali…a poco a poco, la corrente è diventata meno impetuosa ed ha rallentato, le mie parole si sono messe, spesso senza la partecipazione della mia consapevolezza razionale, in un…

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distanza

faccio esercizi di distanza

da me stessa e d’altrui __________

soprattutto da me, se potessi

passo il tempo

Passo il tempo a osservare
eventi che non passano mai
la vicina immobile e sola
case sbarrate, disabitate
stanze ferme, con fantasmi sparenti

(l’isolamento, per me, non è mai finito)

poi,
passo il tempo a schivare
le persone che scorrono per le strade
e frequento le alterità
di amicizie irreali nell’etere
e vivo tra le pagine di libri
consumati voracemente

la sera, mi addormento
sfinita quasi avessi vissuto
davvero