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avanzano le ombre

 

                                                                                                   Omar Galliani

Le ore stanno acquattate
e mi guardano dall’orologio:
non c’è niente di male nell’attendere
il fruscio calmo della sera

tranquille avanzano le ombre
sulla frontiera del davanzale
scansano la mia ansia
caute scivolano sotto la massa
dei miei pensieri buttati via

ecco, i minuti mi stanno davanti
e il silenzio del cielo si espande
nel crepuscolo cinerino

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l’ora ferma

foto di Piero Orsoni

L’ora ferma
esala malinconia dai camini
oscura ombre danzanti sui vetri
equivoca incroci di specchi
appesi ieri
annera squarci
aperti su pallide speranze –
in alto
più grigio di cenere sparsa
immobile è il cielo

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Laurence Winram

accadde in silenzio
contemplando un azzurro lontano
e poi oltre la curvatura
all’improvviso rimasi spoglia
di tutto
senza me stessa, senza un centro
petalo trasparente, trama di foglia
disincarnato nocciolo di ciliegia
nel piatto bianco –
alle mie spalle, dietro il vetro
si mossero con lieve fruscio
ombre disordinate

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Safet Zec

Ma perchè hai dovuto andartene
con tanta, difficile lentezza

vivevi in un mondo di ombre –
oltre la memoria e verso
dimensioni di presenze sfumanti,
di nebbie, forse, o del nero più denso

ogni tuo passo era sempre più lento
finchè non ci furono più passi
però, lo spirito continuò a viaggiare –
non potevi dirlo a nessuno
ma sapevi la direzione del viaggio

gli attimi duravano secoli
i giorni morivano in uno zero –
la morte intrecciata con la vita
fece scivolare le tue ore
verso un buco nero
dove non esisteva il tempo

per me, il tempo ha cambiato nome

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La stanza nera

light-in-darkness

Sostenuto da sguardi e note,

il palazzo mormora

si solleva

 

il violino ti spinge

scivoli indetro, ti volti a cogliere

un coriandolo nella stanza nera –

sciogli la mente lungo i tasti

del pianoforte

avvicina i lembi del tempo,

scivola nell’oblio fino al luogo

dove ombre senza figura si allungano

a toccare i confini del non visto

 

sbatti le ali, è la sorte

dibatti ogni pensiero nell’arnia chiusa

vortica e vibra finchè puoi

nel pungente cono dell’attimo

 

dolce la fibra che si estende

quando non ci saremo –

tagliati fuori, chissà dove

senza riconoscerci

 

un altro suono

sfiorerà le stelle

 

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