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Posts Tagged ‘corpi’

Non esiste un linguaggio umano
per le saette di piombo e fuoco dal cielo
gli squarci nel cemento e nei corpi
per le anime nascoste a morire
sotto travi e macerie, lentamente

le città sono deserti di cenere
sotto l’occhio impassibile dei droni
palazzi sventrati sigillano esseri umani –
scantinati perduti senza pane
e neppure una goccia d’acqua

a milioni sono fuggiti
i passetti dei bimbi nella neve
con le loro tutine pulite –
in quel luogo, ora
è morta l’innocenza

ci si vergogna a considerare
che questo è stato
e in questo momento esiste:
un rosario perverso senza fine

neppure uno sarà dimenticato, dicono
ma chi conosce il nome
del vecchio, della madre, del soldato
smembrati nei sacchi grigi?
un calcolo a peso per i morti
a quintali nelle fosse –
le strade bruciano
disseminate di ferraglie
cavalli di frisia e stracci calcinati –
chi mai li potrà riconoscere
nominare ad uno ad uno
prima che sia l’Apocalisse
e gli Angeli terrificanti
non lascino scampo
a chi ha negato una goccia d’acqua
a chi ha torturato, stuprato, ucciso
nel segno di Caino?

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orizzonte di tenebre

Non ricordiamo più il tempo
dei visibili volti, dei corpi senza paura
i giorni dei contatti e degli abbracci –
bianche e nere le maschere, sordo
sotto gli abiti il cuore che ci rode

Ci sigilla un pianoro astratto
dominio di nebbie incombenti
chi passa, non ha parola nè nome

Qui non esiste il divenire
l’oggi è soltanto un copiaicolla
di giorni svaporati

domani, un orizzonte di tenebre

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Usciremo forse talora
dal cubo di silenzio e d’aria
condizionata
esiste un mondo rumoroso ancora
fuori / noi, fasciati da pagine scritte
e trasparenze di stoffe
ripiegati con cura su piccoli mali
trascineremo fuori ancora i nostri corpi
di fatica e sudore
schiveremo mille collisioni
nuovamente vedremo persone
di mille forme e condizioni
bruciati dal sole, sfiancati dalle pietre
con piccoli bimbi al traino
circondati da cani stizzosi

ancora ci chiederemo quanti
racchiudono un proprio senso dentro
salvato dal tempestoso volteggiare
dei mondi urlanti che ruotano intorno

mentre noi – nel cubo di silenzio
a stento percepiamo il quasi nulla
vibrante nel tempo

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piove


Piove sui cancelli sbarrati
sulle aeree foglie
vive nella tempesta breve
e piove
sull’oleandro, sulle vetrate
con brividi nelle pozze –
diluvia nei miei ricordi veloci –
corse pazze nel bosco, corpi
fumiganti sotto il riparo –
grandina come noci spaccate
grandina sempre fuori
dentro non piango
nelle stanze recluse aspetto

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2 poesie

Escher

Escher

Scatole cinesi

Quante vite, una nell’altra
come le scatole cinesi

di notte
i nostri corpi si cercano
di giorno
cerco la mia libertà

La fine avanza

La fine avanza
ascoltando un ronzio di motore
è la chiave del mondo che si spanna

ore e minuti come un rosario
steso sul letto sfatto
con lenta tranquillità si avvicina
la fine

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