
Non esiste un linguaggio umano
per le saette di piombo e fuoco dal cielo
gli squarci nel cemento e nei corpi
per le anime nascoste a morire
sotto travi e macerie, lentamente
le città sono deserti di cenere
sotto l’occhio impassibile dei droni
palazzi sventrati sigillano esseri umani –
scantinati perduti senza pane
e neppure una goccia d’acqua
a milioni sono fuggiti
i passetti dei bimbi nella neve
con le loro tutine pulite –
in quel luogo, ora
è morta l’innocenza
ci si vergogna a considerare
che questo è stato
e in questo momento esiste:
un rosario perverso senza fine
neppure uno sarà dimenticato, dicono
ma chi conosce il nome
del vecchio, della madre, del soldato
smembrati nei sacchi grigi?
un calcolo a peso per i morti
a quintali nelle fosse –
le strade bruciano
disseminate di ferraglie
cavalli di frisia e stracci calcinati –
chi mai li potrà riconoscere
nominare ad uno ad uno
prima che sia l’Apocalisse
e gli Angeli terrificanti
non lascino scampo
a chi ha negato una goccia d’acqua
a chi ha torturato, stuprato, ucciso
nel segno di Caino?