Il salto
tra un minuto e l’altro
lo spazio allargato tra i giorni
la distanza insondabile tra i corpi
e i pensieri – fra gli esseri viventi
abissi
risucchiano le ossa sotto
macerie calcinate,
fanno emergere lacerti
dalle torbiere
musiche estinte da millenni
giacciono dimenticate –
strato dopo strato
ciò che resta dei templi antichi
si strugge nel fango
ma lo splendore
di un albero a primavera
m’invade lo sguardo –
entro nella sua chioma
dal verde abbraccio