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Posts Tagged ‘spazio’

Il salto
tra un minuto e l’altro
lo spazio allargato tra i giorni
la distanza insondabile tra i corpi
e i pensieri – fra gli esseri viventi

abissi
risucchiano le ossa sotto
macerie calcinate,
fanno emergere lacerti
dalle torbiere

musiche estinte da millenni
giacciono dimenticate –
strato dopo strato
ciò che resta dei templi antichi
si strugge nel fango

ma lo splendore
di un albero a primavera
m’invade lo sguardo –
entro nella sua chioma
dal verde abbraccio

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Spazio-luce

Lassù tra le nevi
incontaminate
un biancore ti abbaglia sconfinato
e tu respiri spazio in esultanza
di luce – sei da raggiante spazio
penetrato

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Non so chi fossi
né con chi parlavo –
nella mia assenza
plurime sottrazioni

(voci lontane, nel tempo e nello spazio
risorgeremo un giorno, dicono
saremo ancora carne e sangue
saremo insieme, purificati)

Dentro questi
orizzonti di fuoco e ghiaccio sciolto
tutto sembra cadere nel
precipizio
sbriciolarsi nel nulla –
io m’illudo soltanto
di tramonti
fili d’erba e sorrisi di bambini –
poi, galassie e distanze siderali
dove risuona ancora il tutto

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suono stellare

Poi, quando tutto
sarà quiete e silenzio
e sarò sola nello spazio
mi nutrirò di verdure idroponiche
tornerò pura più di un bimbo da latte
la carne marcita e l’incertezza
della mente corrotta
esaleranno per sempre in nubi
ceneri cosmiche a perdere –
generazioni di fango e metalli crudeli
risucchiate nei gorghi dei buchi neri
e sarà come
nulla mai fosse stato
rimarrà l’onda lunga di un suono
stellare

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qualcosa di me

"Tempête de Neige" exposé en 1842 de J.W. Turner  Snow Storm - Steam-Boat off a  Harbour's Mouth making Signals in Shallow Water, and going by the Lead

“Tempête de Neige” exposé en 1842 de J.W. Turner

Vorrei vivere qualcosa di me
che non fosse già scritto
uscire dalla casa del corpo
restando dentro
rabbrividire di nuvole
nel vortice sulla città
rotolarmi nei flutti
dello spazio oltre il tempo
nera è la nitidezza del cielo
scosse elettriche mi frantumano
tutto gira: la zanzara la mosca i petali
pesci nel torbido a boccheggiare
nel torbido canale in emergenza
lo scirocco è un vento tosto
precipita calcinacci dai muri
e mi accontento dello scritto
mi separo dal resto
arretra il senso

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una piccola luna

pelmo

Una piccola luna
le sedie sole
fra gli alberi scorre il fiume –
uccelli in conversazione

il mattino ha pensieri freschi
il Pelmo è intatto sui boschi

quante volte ho sofferto la fatica
dei passi su pietra e sotto il sole
e poi, la gioia dell’oltre!

sopra i corvi le aquile le valli
l’acqua brilla, dell’uomo non c’è traccia
ogni cosa è scomparsa che non sia
aria, luce, sole vibrante
fra invisibili astri nello spazio

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