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Posts Tagged ‘ghiaccio’

Non so chi fossi
né con chi parlavo –
nella mia assenza
plurime sottrazioni

(voci lontane, nel tempo e nello spazio
risorgeremo un giorno, dicono
saremo ancora carne e sangue
saremo insieme, purificati)

Dentro questi
orizzonti di fuoco e ghiaccio sciolto
tutto sembra cadere nel
precipizio
sbriciolarsi nel nulla –
io m’illudo soltanto
di tramonti
fili d’erba e sorrisi di bambini –
poi, galassie e distanze siderali
dove risuona ancora il tutto

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Meglio se fosse il pomeriggio
di un lunghissimo giorno d’inverno
il mare avesse sponde di nebbia
e la casa giacesse a lievitare
su fiori di ghiaccio

o librarsi più in alto su pianure
sfibrate da mille incendi e rifiorite –
sprofondare negli oceani a contemplare
l’intimità degli abissi attraverso un vetro:
diecimila metri sott’acqua ondeggeranno prati
si snoderanno pesci d’oro e serpenti felici

nella foresta dei coralli viventi
troveremo un respiro primordiale

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03/02/2012 Venezia - Laguna ghiacciata a Campalto e San Giuliano  © Errebi

Tu dove sei
che ti credevo vicino
nel tramonto dei sensi, polline
vivo e bambino
pulsare di sangue e ronzio
intimo del silenzio – dove
sei andato, che più
non posso vederti

intanto
colano le ore nel dimenticatoio
io mi risveglio inutile, scornata
e tutto il giorno mi sta davanti
superfluo –
più non ti trovo e non so
chi sei, come ti chiami
resta una vaporosa nostalgia
luccichio che lentamente si snoda
bava di lumaca o piuma d’angelo, chissà
nell’umida sera di Venezia il respiro
diventa ghiaccio

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Dopo aver letto cento libri
senza più scopo né meta
il tempo è una scatola di cartone
le finestre, di ghiaccio e nebbia

mille libri mi guardano in silenzio
grumi di persone mormorano intorno –
quanto è più forte il loro eco
io più cerco fessure di silenzio

mari, monti e deserti lontani
dissolvono profili di quiete in purezza –
lì mi trasferisco a mezz’aria
respiro un azzurro sfumante

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Sebastiao Salgado

Sebastiao Salgado

Scendo dentro me stessa

aggrappata a pagine immateriali

il mondo scorre ai lati

non fa male

 

docce di parole bombardano

sinapsi e cuore

l’isola dei morti spegne nel grigio

lance d’alberi capovolte

 

e vedo torri di ghiaccio su ponti

prossimi a crolli, cieli sovrapposti

solitudini primordiali e fiumi

galleggianti tra foreste d’aria

 

mi perdo nel bianco estremo

senza confini, senza parole

 

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riposo

Tenera è la notte 1 (mi)

D’inverno

l’inquietudine ha sogni con uncini

microrisvegli come traumi –

il silenzio notturno è ghiaccio con crepe

 

nell’attesa dei giorni lattiginosi

scendo nell’incoscienza senza pensarci

mi spersono nel buio con sollievo

 

bracciate di leggerezza e raggiungo

non-luoghi di denso riposo

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cespuglio d’inverno

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Così mi ghiaccio intreccio le sinapsi

dondolo i rami polverizzo pensieri

mi ferisco di bianco intingo parole

fatte con neri calami d’inverno

dritti su terre cave di durezza

 

abbagliante pulviscolo resto

di schizzanti insetti sospesi –

e più in alto protendo a raggiera

neri abbracci taglienti e veloci

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