
“Venivamo tutte per mare” di Julie Otsuka è un romanzo delicato e tagliente, documentato e poetico. Nata a Los Angeles, la scrittrice nippo-americana condensa la storia di migliaia di giovani donne giapponesi in un libretto snello di pagine, ma talmente denso di fatti e di emozioni che poteva diventare, nelle mani di un altro scrittore, un volume pesante come un vocabolario.
Fin da subito, emerge una scrittura molto particolare, modellata in assoluta coerenza con il punto di vista scelto, quello di un’identità collettiva e molteplice: un “noi” corale, che racconta l’odissea di queste donne, partite dal Giappone per sposare gli immigrati giapponesi in America prima della seconda guerra mondiale – le cosiddette “spose in fotografia”.
Una vera e propria epopea, priva di retorica e con la voce della nuda verità, che prende il lettore pagina dopo pagina e non lo lascia fino alla fine. Un afflato umano e poetico unisce la molteplicità delle storie; la speranza cede presto alla paura, alla tristezza e a un’indomabile rassegnazione; poche cadono sotto i colpi della delusione e della fatica perchè, sotto l’aspetto fragile e minuto, si nasconde una fibra d’acciaio. (altro…)
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