Tu dove sei
che ti credevo vicino
nel tramonto dei sensi, polline
vivo e bambino
pulsare di sangue e ronzio
intimo del silenzio – dove
sei andato, che più
non posso vederti
intanto
colano le ore nel dimenticatoio
io mi risveglio inutile, scornata
e tutto il giorno mi sta davanti
superfluo –
più non ti trovo e non so
chi sei, come ti chiami
resta una vaporosa nostalgia
luccichio che lentamente si snoda
bava di lumaca o piuma d’angelo, chissà
nell’umida sera di Venezia il respiro
diventa ghiaccio