Un articolo di Papagena che, ancora una volta, ci porta a guardare in faccia una realtà poco nota, quella degli internati militari nei lager; a questo proposito, consiglio caldamente anche il seguente post, “cucito” con competenza e sensibilità:
https://scrittidipapagena.wordpress.com/2016/02/04/ricordiamoci-anche-di-loro-imi-la-famiglia/[una cortesia…mettete gli eventuali likes e commenti sugli articoli originali, nel blog di Papagena]
IL LUNGO INVERNO DEI LAGER
La scelta di Resistere “dura prigioniero”
Così un internato a Wietzendorf,
Umberto Zanolli, sinteticamente
esprime questa
quotidiana durissima lotta:
“quattrocentoventisei –
ottantasette
non più uomo: numero
bucce di marce patate
rape bianche gialle e rosse da
foraggio,
margarina qualche grammo
pan di paglia triturata
segatura d’alti fusti iperborei
acqua e sale.
Poco perché tu viva,
troppo perché tu muoia.
“Dura prigioniero”.
E gli italiani durarono tra la
meraviglia e la rabbia degli
stessi carcerieri.
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