Abitare l’assenza
dove la terra è pietra
prosciugata da rivoli carsici:
sopra, scatta la salamandra
dentro, un groviglio di cunicoli –
abbrancate da filo spinato
si accatastano ossa e ombre
e fantasmi del tempo trasvolano da ogni dove
questo incrocio di pianure lontane
calamita e respingimento
di genti rimescolate –
nei quattro angoli della mia anima
questa assenza è un soffio
di fantasmi sfilati
il vento, una livella che spiana
il mio corpo è un vorticare di molecole –
intorno, vedo soltanto
pollini librati su precipizi,
su cascate di minuscoli rimbalzi
e immani trasmigrazioni
Quante belle immagini in questo magnifico ritmo!
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Grazie Judy 😊
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Suggerisce un mondo di immagini e di storia, nella quale gli uomini si muovono minuscoli come i pollini e le molecole, e non certo più importanti di questi.
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sei andata all’essenza del discorso…a volte, inizio da uno stato d’animo personale, poi cerco di uscire dal mio “io” e mi ritrovo volente o nolente in un mondo più vasto.Grazie per quanto hai scritto, mi rassicura sul fatto che, in fondo, forse non passo tutto il tempo a contemplarmi l’ombelico:-)
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Versi fantastici che bene la foto mi pare accompagni. Intensa, a volte direi drammaticamente reale.E attuale. Sempre un piacere leggerti. Un sorriso, e un abbraccio. Isabella
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grazie, Isabella, il piacere è tutto mio nel ritrovarti tra i miei commentatori:-)
ricambio l’abbraccio – e, naturalmente – il sorriso che tu sai sempre emanare con grazia
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Ti ringrazio mia cara Marina. Prima d’inviare un sorriso l’ho già sulle labbra, pronto a partire, quando leggo con piacere poesie che mi entrano dentro e di cui colgo subito la bellezza. Nel tuo caso mi succede sempre. Un bacione.
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